Thursday, October 4, 2012

UN CUORE PER ABISSO - Seconda parte

By Mattia Zoanni

Nel capitolo precedente... 

Il fabbro Brogan convince con l'esasperazione Dumnhall, capo dei mercenari Bluadawulf, e il giovane Bleda ad accompagnarlo alla fiera di armi più popolare della tundra, nella città di Visegrad, ma al momento degli acquisti un ometto goffo e tracagnotto finisce addosso a Dumnhall durante la fuga da "giganti rossi e barbuti". Si accusano a vicenda di furti, inganni, misteriosi intrighi e complotti, ma l'acciaio delle spade sembra molto più incline a dare ragione ai due aggressori. 
Dumnhall, Brogan e Bleda salveranno la vita al piagnucolante fuggitivo, ma ancora non sanno che questo sconvolgerà la loro giornata ideale di affari, belle donne e piaceri con un'assurda, inimmaginabile proposta.     

II

“Il cuore di un potente guerriero, hai detto?”
L'ometto goffo azzardò un cenno del capo, ma i Bluadawulf scoppiarono a ridere. La donna sulle ginocchia di Dumnhall dovette reggersi al tavolo per non cadere, e per sicurezza lui non esitò ad afferrarle il culo sodo e ben fatto.
“Vacci piano!” lo rimproverò. “Non lo hai ancora pagato.”
Dumnhall le mordicchiò un orecchio. “Scommetto che non vedi l'ora...”
Brogan alzò gli occhi al soffitto annerito del bordello in cerca di un intervento divino che lo togliesse da quell'impiccio. “E dove te lo saresti procurato il cuore?” tornò a interrogare il fuggitivo.
“Ve l'ho detto: sono un mercante di reliquie. Ho una bottega nel quartie...”
“Sì, e io sono l'amante delle valchirie” sbottò il fabbro.
“Vedi, Soterides” proseguì Dumnhall, “non è che non ti crediamo, ma...”
“È tutto vero! Altrimenti perché mi avrebbero inseguito?”
Dumnhall strappò un calice di birra a un ragazzino di passaggio e mandò giù un lungo sorso, poi tornò a concentrarsi sul mercante. “Davvero, se intendevi ingannarci diccelo. Li hai assoldati tu quei guerrieri? Non ce la prenderemo. Brogan è riuscito a comprare tutto il necessario per la fucina a un ottimo prezzo, mentre io... be' sono qua! E sono certo che mi offrirai un giro su questa puledrina per aver condiviso la tua compagnia.”
“Ma io...” si lamentò con aria abbattuta Soterides.
“Su con la vita!” lo consolò Dumnhall. “Ci hai provato. Non tutti gli affari possono andare in porto.”
“Io gli credo.”
Dumnhall e Brogan si voltarono. Il capo dei Bluadawulf proruppe in una risata. “Per gli dèi, ragazzo. Addirittura tre parole. E tutte insieme!”
Bleda gli lanciò un'espressione di sfida, le iridi scintillanti come ghiaccio trafitto dal sole. Poi indirizzò lo sguardo verso un punto fisso, lontano dalle scritte oscene e dalle figure sconce dipinte sulle pareti. Donne svestite passeggiavano con aria seducente tra i tavoli e i tendaggi scarlatti, sfiorando con dita delicate le schiene degli avventori. A un passo dal tavolo, due donne danzavano a carponi su una pelliccia d'orso. A un attento osservatore come Dumnhall non sarebbero sfuggiti gli umidi riccioli biondi tra le pieghe delle vesti. Al piano di sopra qualcuno gemeva.
Brogan batté le mani sul tavolo, riportando il capo dei Bluadawulf e tutti gli altri al discorso. “I ratti ti hanno rosicchiato il cervello, cucciolo di lupo?” punzecchiò Bleda. Puntò l'indice verso il mercante e le sue parole si susseguirono svelte, accompagnate da smorfie e sospiri. “Forse non hai sentito bene la storia: Soterides, qui, vende a un vecchio decrepito per un mucchio di soldi il cuore di un potente guerriero. Poi però si insospettisce, segue il nonnetto e si intrufola nella sua casa mentre sonnecchia. Vuole vedere che fine ha fatto il cuore, ovviamente, ma viene attratto da un libro pieno di pietre preziose. Lo sfiora e... toh! Il libro che fa? Si solleva a mezz'aria! Quante altre idiozie vogliamo stare qui a sentirci raccontare?”
L'ometto goffo diventò rosso in viso. “Idiozie?!” protestò, affannandosi nel recuperare qualcosa da sotto la tunica. “E questo?” Le dita tozze incorniciarono un rubino scintillante al bagliore dorato delle fiaccole. "Era incastonato nel libro!"
Dumnhall sbarrò gli occhi. “Per Brastias!” Ruotò la testa un paio di volte, alla ricerca di lame avide di gioielli e magari di qualche gola. “Mettilo via!”
“Potrebbe esserselo procurato ovunque” borbottò Brogan.
“Oppure no” rimuginò Dumnhall. Volle dargli una possibilità. “Cercavano quello allora?”
Soterides avvicinò lo sgabello al tavolo con fare cospiratore. “Tanto non mi crederete, ma..." Fece una pausa, incerto su come proseguire. "Insomma, sono riuscito a leggere una pagina del libro prima che il vecchio mi scoprisse. Vuole usare il cuore del guerriero per risvegliare un... demone.” Il respiro del mercante diventò più affannato. Afferrò il braccio di Dumnhall. “E intende farlo stanotte!”
Le dita del Bluadawulf si strinsero attorno al calice, mentre le labbra si arcuavano sotto i baffi. “Negromanti” scandì. “Sono poche le cose che desidero dalla vita: donne, birra, soldi, la fama del mio clan e una buona spada. Ma farmi scagliare un fulmine nel culo da un mago e fuggire da cadaveri di vecchie attizzate non rientra nelle mie prospettive, no.”
“Ma stiamo parlando di un demone!” lo implorò di nuovo il mercante. “Potrebbe distruggere Visegrad se non impediamo il rituale. E sarebbe tutta colpa mia. Ti prego, ti prego, ti prego!”
Dumnhall sollevò la ragazza e la prese a braccetto, diretto alle scale. “Faccenda bizzarra. Ma abbiamo tempo. Paga per la compagnia di questa bella signorina, bevi con Brogan alla mia salute e riprendi fiato, insomma. Prima del tramonto scenderò per darti una risposta.”
“Devo aspe... aspettare qui?” balbettò Soterides.
Dumnhall sogghignò, le dita di nuovo sul fondoschiena dell'amante. “Conosci un posto migliore?”
Brogan gli corse dietro. “Non gli crederai sul serio?” si lamentò quando furono abbastanza lontani. “Quell'uomo ha la coscienza sporca come il giaciglio di un bordello.”
La prostituta gli rivolse un'occhiata infastidita.
“Beh?” replicò burbero lui.
“Non preoccuparti” tagliò corto Dumnhall. “Divertiamoci un po' con il suo oro per ora. Fallo ubriacare per bene e tieniti pronto. Prima che se ne accorga, saremo già tornati a casa.”

Continua... 

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